Chi si trova a dover affrontare un divorzio, può notare come nel corso del tempo le mogli siano spesso uscite in una condizione privilegiata rispetto al marito. È un dato di fatto che però richiede una piccola riflessione su quali siano le ragioni che portano a tale risultato.
Le ragioni per cui spesso in un divorzio giudiziale, cioè quello stabilito dal giudice perché i due ex coniugi non hanno trovato un accordo, viene spesso favorita la donna sono di tipo sociale. Alcuni potrebbero ribattere che sono economiche ma, in realtà, anche dietro a quelle ci sono motivazioni sociali. Spesso le donne sono coloro che in una famiglia assolvono al ruolo di cura della casa e dei figli. Per tale ragione, sono spesso costrette a rinunciare alla carriera.
Inoltre, in presenza di figli, spesso è la madre a doversene occupare. È spesso la moglie a prendere permesso in caso di malattia dei figli e chiedere quindi maggiore flessibilità. Molte richiedono un part time per avere più tempo da dedicare ai figli, mentre il marito resta al lavoro tutto il giorno. Nulla, ovviamente, vieta di fare il contrario ma culturalmente si fa così. Al momento del divorzio, la madre quindi ha una posizione avvantaggiata per quanto riguarda la cura dei figli. Spesso il giudice sceglie la custodia condivisa ma il collocamento è prevalente presso la madre che quindi ha diritto a tenere l’eventuale casa di proprietà della coppia.
Anche se così non fosse e i due coniugi ricoprissero lo stesso medesimo lavoro, la moglie riceverebbe uno stipendio minore. Si chiama gender gap ed è il fenomeno per cui le colleghe donne hanno una retribuzione più bassa rispetto ai colleghi uomini, a parità di ore e ruoli ricoperti. Va da sé quindi che davanti al giudice, spesso una donna arriva con una busta paga minore mentre il marito maggiore. Per tale motivo, spesso a versare l’assegno di mantenimento è l’uomo. Una situazione che vede le donne svantaggiate, quindi, produce svantaggi anche per gli uomini.
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